Lo scambio di prestiti tra Atletico Madrid e Milan con protagonisti Cerci e Torres sembra aver accontentato proprio tutti. I colchoneros si sono liberati di un giocatore che proprio non aveva convinto Simeone e lo stesso hanno fatto i rossoneri con Fernando Torres che in estate si era trasferito in prestito al Milan per due anni dal Chelsea. I londinesi dopo qualche anno di convivenza forzata erano finalmente riusciti a scaricare lo spagnolo – uno dei peggiori acquisti di sempre – mentre il Milan sperava di resuscitarlo ritrovandosi tra le mani (gratis) uno dei migliori attaccanti del mondo.
La resurrezione sperata da Galliani non si è verificata ed il Milan rischiava seriamente di dover pagare oltre 4 milioni di euro di ingaggio – il più alto dell’intera rosa insieme a quello in scadenza di Mexes – ad un giocatore inutile al fine del raggiungimento degli obiettivi sportivi fissati dal club. Ad agevolare tutta l’operazione con l’Atletico ci ha pensato il Chelsea, che ha accettato di cedere il cartellino di Torres a titolo gratuito al Milan, iscrivendo così in bilancio una minusvalenza per la parte non ancora ammortizzata in riferimento al costo del cartellino dello spagnolo.
Ma perché il Chelsea ha deciso di punto in bianco di farsi carico di una minusvalenza? Se non rappresentava un problema, per quale motivo non ha optato per una cessione a titolo definitivo già l’estate scorsa invece di cederlo a titolo temporaneo per due stagioni? Rispondere a queste due domande non è per nulla semplice. Il Chelsea, infatti, avrebbe potuto continuare ad ammortizzare in bilancio il costo del cartellino del giocatore per i prossimi due anni, infischiandosene delle necessità sportive del Milan. L’affare dal suo punto di vista l’aveva già fatto quando Torres aveva accettato di guadagnare meno della metà a Milano, permettendo ai londinesi di eliminare almeno il costo lordo del suo ingaggio dalla quota di ammortamento annuale.
Arrivando fino a scadenza del prestito, che coincideva con quella scritta sul contratto di Torres, il Chelsea avrebbe ridotto le perdite finanziarie ad una cifra irrisoria o addirittura le avrebbe azzerate (per dirlo con precisione servirebbe conoscere il coefficiente di ammortamento applicato dal Chelsea). E allora perché fare questo favore al Milan, consentendogli di arrivare a Cerci? Il mistero non può che avere un’unica spiegazione.
Nel mondo del calcio da alcuni anni operano delle società di affari, controllate da holding con interessi nei più svariati settori. I loro metodi di investimento sono semplici: si propongono di finanziare l’acquisto di giocatori in collaborazione (o in esclusiva) con alcune società di calcio (Sporting Lisbona, Porto, Atletico Madrid, Sivglia etc.) per poi lucrare sulla rivalutazione dei cartellini. Le società più “famose” sono la Quality Sports Investments e la Doyen Sport Investment Ltd, ed entrambe operano sul mercato internazionale detenendo quote di cartellini e finanziando operazioni di calciomercato.
La FIFA da tempo sta indagando sul lavoro svolto da questo tipo di società e, stando alle informazioni sussurrate negli ambienti del pallone, ambedue le società sarebbero addirittura controllate dagli stessi investitori nascosti dietro ad un intricatissimo meccanismo di scatole cinesi composto da società fiduciarie create ad arte in tutto il mondo. Naturalmente noi non abbiamo le prove e questa potrebbe essere solo un’illazione, per cui dobbiamo limitarci a riportare fatti partendo dalle informazioni che si possono trovare anche sui i siti internet di queste società.
La lista dei calciatori assistiti o sui quali è stato fatto un investimento dalla Doyen Sport Investment è consultabile sul suo sito internet. Non parliamo di nomi di secondo livello, tra gli altri infatti ci sono quelli di Alvaro Morata e Radamel Falcao; il primo tra gli assistiti ed il secondo tra gli “investimenti”. Anche la lista di società calcistiche con le quali collabora la Doyen si può tranquillamente consultare sul suo sito.
Quella che però ci interessa in questo caso è la Quality Sports Investments, fondata e controllata dalla Creative Artists Agency, un vero e proprio colosso con sede a Los Angeles che gestisce e rappresenta centinaia di “volti noti” tra attori, musicisti e sportivi con tutte le sue varie divisioni. Secondo quanto riportato da più fonti, la Quality Sports Investments avrebbe aiutato l’Atletico Madrid la scorsa estate ad acquistare (al 50%) il cartellino di Cerci dal Torino.
E allora cosa unisce Cerci, l’Atletico Madrid ed il Chelsea? Ad unirli ci sarebbe una persona: Peter Kenyon. Si tratta dell’ex amministratore delegato di Manchester United e Chelsea oggi, secondo il The Guardian, consulente (intermediario? pianificatore?) della Quality Sport Investements, così come lo sarebbe anche il portoghese Jorge Mendes, potentissimo procuratore che gestisce tra gli altri José Mourinho e Cristiano Ronaldo. Sempre stando all’articolo del The Guardian – che abbiamo linkato sopra – lo stesso Chelsea oltre ad essere rappresentato dalla Creative Artists Agency, avrebbe investito nella Quality Sport Investements attraverso uno dei suoi fondi “sportivi”.
Qualora questo “investimento” del Chelsea, di cui parla il The Guardian, esistesse davvero, il cerchio sarebbe chiuso. Il Chelsea avrebbe dunque deciso di iscrivere in bilancio una perdita finanziaria legata a Torres – considerato oramai un investimento “fallito” – cedendolo gratis al Milan per consentire così ai rossoneri di darlo all’Atletico in cambio di Cerci, un giocatore sul quale il fondo Quality Sport Investements sarebbe intervenuto la scorsa estate per finanziarne al 50% l’acquisto dal Torino. Al momento, infatti, “l’investimento Alessio Cerci” rischiava di naufragare, facendo perdere soldi all’Atletico, alla Quality Sport Investements e quindi anche ai suoi investitori tra i quali, sempre secondo il ‘The Guardian’, ci sarebbe appunto il Chelsea che altrimenti si sarebbe apparentemente sacrificato senza alcun motivo.
Adesso sì che tutto torna.
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